Sono una bambina sensibile e intuitiva, fungendo da consulente per mia madre, le mie zie e le mie amiche. Spesso mi imbatto in una tristezza incombente, assorbendo il dolore altrui come una crocerossina. La spensieratezza sembra eludermi.

Nata e cresciuta nelle verdi distese della Toscana, trovo la mia pace nei tranquilli weekend trascorsi nella casa di campagna dei miei nonni.

Con l'età, la mia empatia si intensifica, ma così fa il dolore che provo per gli altri. Nonostante la saggezza impartitami dai miei maestri spirituali, lottare con la sofferenza altrui mi pesa.

Il mio primo punto di svolta arriva con la morte di mia madre. La mia vita viene sconvolta da un uragano emotivo quando mia madre si ammala e muore in pochi mesi. Mi ritrovo a chiedermi quale sia il senso della vita se può essere strappata via così rapidamente. Sono disperata, persa.

Seguo i consigli di mia madre, che mi ha guidata poco prima di morire, e mi iscrivo a un corso di fisioterapia. Contemporaneamente, intraprendo un percorso di sviluppo personale e formazione per aiutare gli altri.

Il mio secondo punto di svolta arriva con un licenziamento.

Da fisioterapista in uno stabilimento termale, sono costretta a rispettare regole assurde. Sono richiamata se supero anche di pochi secondi il tempo di 12 minuti per un trattamento completo. 

Lavoro ore interminabili e i clienti, nonostante paghino, non ricevono cure adeguate. Quando cerco di fornire le cure giuste, rimanendo indietro con il lavoro, vengo ripresa.

Il mio contratto non viene rinnovato perché cerco di fare del mio meglio per tutti i pazienti. Questa esperienza è una grande lezione: capisco che devo lavorare come libera professionista.

Come professionista indipendente, la mia soddisfazione nel lavoro aumenta. Incorporo tecniche di respirazione, bioenergetica, counselling, coaching, ipnosi e meditazione nel mio lavoro. Da qui, inizio a seguire formazioni in Occidente e Oriente.

Difficoltà nelle relazioni affettive.

Il terzo punto di svolta arriva quando mi rendo conto che le mie relazioni affettive sono ancora fonte di grande sofferenza. Nonostante i cambiamenti e gli strumenti che ho acquisito nel corso degli anni, continuo a giocare il ruolo di crocerossina con i miei partner. 

Questo porta ad un abuso della mia generosità e ad un mancato riconoscimento del mio impegno. È un duro insegnamento, ma mi insegna ad amare me stessa.

Il mio quarto punto di svolta arriva durante il mio percorso evolutivo.

Incontro un maestro in Bhutan che mi mostra la via: finalmente posso scegliere di essere felice. Grazie ai suoi insegnamenti, metto fine a una relazione difficile e decido di mettermi al primo posto.

Nelle relazioni affettive, così come nelle amicizie, mi sono spesso sostituita agli altri, ho voluto risparmiare loro il dolore e, nel processo, ho sofferto io, invisibile, non riconosciuta... 

Fino al punto di cedere, di abbandonare i miei sforzi perché esausta, e di sentirmi accusata di non esserci mai nei momenti di bisogno (nonostante le ore di sonno sacrificate, i giorni trascorsi a sostenerli). 

I miei errori con i partner si sono trasformati in un potente motore di cambiamento. Soffrivo tanto che ero disperata di trovare una soluzione.

E alla fine l'ho trovata, collegando tutti i punti di tutto ciò che avevo fatto: partire da me, con un amore sincero e non egoista. Ho creato degli esercizi per questo, prima sperimentandoli su me stessa, poi sui miei clienti, integrandoli infine nel mio metodo di Coaching Olistico.